INCONTROLUCE RESIdENCY è un format di residenza e produzione artistica multidisciplinare orientato sul tema narrazione autobiografica e sui legami collettivi tramandati oralmente attraverso le generazioni, con particolare riferimento al valore dell’identità, al percorso autobiografico come possibilità di riconoscersi e riconoscere l’altro nei suoi bisogni e nella ricchezza che ogni percorso individuale e collettivo produce. Il progetto invita le giovani generazioni all'incontro con le generazioni “adulte” e a conoscere storie di luoghi e persone in un'ottica di partecipazione e condivisione comunitaria.
Il progetto ha visto la luce nell’agosto del 2019 in forma di edizione zero, per permettere agli attivatori, artisti e operatori culturali coinvolti di verificare il progetto e costruirlo nella forma più adatta e al contempo studiarne la fattibilità futura.
Punto di partenza dell’edizione zero è stato il percorso di narrazione autobiografica di Lucia Andergassen, nata in Val di Non da genitori di origini altoatesine e del suo flusso di ricordi smarriti nel tempo.
E’ la stessa Lucia ad aver ospitato il progetto a Ronzone a testimonianza del valore dell’identità e del percorso autobiografico.
Il progetto è stato impostato come un format di residenza artistica multidisciplinare, un tentativo per riqualificare il bisogno degli artisti di connettere pensieri, stabilendo un patto di lavoro comune, un nuovo sistema di lavoro creativo, al di fuori delle logiche del sistema. L’artista in residenza invitato a condurre il percorso esperienziale è stato Mamadou Dioume, storico artista di Peter Brook e uno dei massimi rappresentanti del teatro del Novecento che da anni approfondisce una ricerca sulla figura degli antenati all'interno della composizione identitaria delle persone.
Oltre al regista Manuel Canelles, curatore del progetto, hanno partecipato come artisti anche la performer Silvia Morandi, i musicisti Silvio Gabardi e Anika Dobreff e l’artista Nazario Zambaldi.
Anche nel 2020 INCONTROLUCE RESIdENCY prevede la partecipazione, in forma di residenza, di Mamadou Dioume e di altri artisti contemporanei.
PREMESSA
Il progetto, declinato in varie fasi, interviene nei territori della Provincia di Bolzano (Bolzano e Merano) e nei territori al confine con la Provincia di Trento e individua in forme diverse connaturate alla specificità del territorio rurale ed urbano il bisogno dei giovani di sentirsi parte di un tessuto sociale e culturale vitale e fonte di prospettive per il proprio futuro.
La realizzazione di progetti che promuovono un approccio basato sulla creatività e la ricerca artistica, apporta forme di aggregazione e condivisione, offrendo strumenti di crescita personale e progettuale.
NARRAZIONE AUTOBIOGRAFICA.
L’IMMAGINE COME STRUMENTO DI INDAGINE
Al cospetto del mosaico esplorato di immagini personali e collettive, il progetto mira a sollecitare nei partecipanti una più ampia riflessione sul passaggio dall'era analogica a quella digitale, come sottofondo che riconduce alla storia della fotografia e agli immaginari a cui siamo inscindibilmente legati.
La possibilità di condividere immagini del proprio archivio personale di memorie familiari, include la suggestione della visione fotografica come immagine che ci trasporta nel tempo e nello spazio, restituisce trasformazioni sociali, veicola in modo intuitivo il tessuto di relazioni, affetti, passaggi dell'infanzia e della crescita, legami parentali.
Utilizzando linguaggi vicini alle nuove generazioni ed accessibili anche al mondo degli adulti, il video e la fotografia digitale ed analogica, il progetto intende così offrire un approccio volto all'elaborazione di contenuti e percorsi personali come ponte, piattaforma di condivisione.
WORKSHOP E RESIDENZE D’ARTISTA
L'approccio in forma liquida e laboratoriale invita le persone partecipanti al progetto a ricercare nuove connessioni nell'archivio dei propri ricordi ed acquisire strumenti di integrazione e lettura. L'utilizzo di materiali fotografici/video, la rievocazione di legami smarriti / tramandati nel tempo amplificano -attraverso l'azione performativa- la suggestione di una componente intuitiva, offrendo forme di espressione ed elaborazione di sentimenti profondi, correlati al bisogno di appartenenza/ricerca delle proprie radici come tema esistenziale.
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INCONTROLUCE /ARTISTIC RESEARCH
Il primo percorso INCONTROLUCE /ARTISTIC RESEARCH vedrà impegnati un gruppo di artisti nell'ambito delle arti visive e performative e prevede la collaborazione di Mamadou Dioume – attore e formatore di fama internazionale legato alla figura di Peter Brook- che approfondirà una ricerca correlata alla figura degli antenati all'interno della composizione identitaria delle persone.
Il gruppo di lavoro sarà impegnato in un seminario che si svolgerà in Alto Adige e in Val di Non focalizzando l’attenzione sul confine invisibile e finora poco raccontato tra la Val di Non e il territorio di Caldaro. Tema di questa fase i rispecchiamenti correlati alla relazione con le proprie radici e la casa come vestigia dell'infanzia, memoria che rinnova bisogni originari di appartenenza. Il seminario condurrà alla realizzazione di un'azione performativa che confluirà nel film INCONTROLUCE di Manuel Canelles, incentrato sulla narrazione del personaggio selezionato per questa prima fase.
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INCONTROLUCE/ CAMERA OSCURA IDENTITYLAB
Il secondo percorso INCONTROLUCE/ CAMERA OSCURA IDENTITYLAB si svolgerà nell'ambito di percorsi laboratoriali che coinvolgeranno gli abitanti della Val di Non, della città di Bolzano e Merano. Attingendo alla ricerca nell'ambito dei linguaggi visivi e performativi, i workshop investigano la dimensione dell'identità personale sullo sfondo delle relazioni familiari/comunitarie e dei luoghi.
Nell’ambito di incontri individuali e workshop collettivi verrà condivisa una ricerca tra passato e presente a partire da materiali di origine fotografica e video: album e video di famiglia, scatti analogici e digitali di un passato lontano e recente.
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INCONTROLUCE/ LECTURE
La terza fase, INCONTROLUCE /LECTURE si svolgerà in forma di restituzione/mediazione dialogica del percorso svolto nelle sezioni precedenti del progetto e coinvolgerà in forma di incontri pubblici le figure di un esperto nell'ambito degli archivi visuali e audio-visivi di famiglia come tema di ricerca culturale e dialogo fra generazioni e di un terapeuta nell'ambito delle relazioni familiari.
FOCUS E OBIETTIVI
L'insieme delle attività proposte restituirà trasformazioni sociali intercorse nel tempo e nello spazio; integrerà strumenti di comprensione del linguaggio visivo che aiutano a ricomporre forme di narrazione personale; stimolerà integrazioni di senso e rispecchiamenti che amplificano e valorizzano temi ed esperienze, aprendo nuove prospettive di sguardo e forme di elaborazione.
Focus del progetto è l'incontro fra i linguaggi del corpo come forma di esplorazione e rielaborazione della memoria personale e il vasto tema della conservazione, della trasmissione e della condivisione degli archivi privati nell'era digitale.
In tal senso, le differenti modalità di fruizione dei dispositivi digitali e le differenze a livello di alfabetizzazione dei linguaggi può generare nuove forme di incomunicabilità tra i giovani e gli adulti, solitudine ed isolamento.
Attraverso la ricerca connessa ai materiali fotografici e video, la trasmissione di modalità di lettura e comprensione dei linguaggi visivi integra l'utilizzo di dispositivi tecnologici in modo consapevole ed offre forme di superamento delle barriere nella comunicazione. Al contempo, lo studio correlato ai linguaggi corporei in ambito performativo offre modalità di incontro e relazione che attingono alla dimensione intuitiva ed alla profondità delle emozioni e dei sentimenti e consentono l'accesso ad un'area di gioco e trasformazione.
Stimolando il confronto tra percorsi biografici, il progetto invita i partecipanti dalle età diverse condividere le relazioni intercorse con gli ambienti del proprio vissuto; ad esplorare costellazioni di sguardi e di tempi depositati all'interno di un territorio comune. Il progetto attiva una consapevolezza in relazione al valore dell’identità, al percorso autobiografico come possibilità di riconoscersi e riconoscere l’altro nei suoi bisogni e nella ricchezza che ogni percorso individuale e collettivo produce.
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