«HEIMLICH” is one of those German language words that contain their contrary in themselves. Heimlich, the intimate is secret, well-protected hearth, fortress of safety. But at the same time it is the covert, very close in this acceptation to the Unheimliche, the disturbing, the upsetting…» This is how Ernst Jünger, talking in his “Rebel essay” about the forest as a tangle, secret place full of “interrupted paths”, rebuilds the inner workings of our "heart" or, as he would say, our "chest", featuring a chaotic, primordial nature not to curb but rather to defend and explore.Manuela Sedmach's (Trieste 1953) work tells this “Heimlich”, the secret of the human condition and the holiness of the human being's relationship with nature and therefore with themselves and their freedom. “Trying to untie yourself from the way of thinking imposed by society even to the detriment of your peacefulness” – the artist explains - “is an inner path. Living your life – and not someone else's – assumes awareness and some inner fight.” From the formal point of view, the artist expresses all the complexity of her research through the use of paiting, creating evocative monochromatic images modified by the different effects that her three basic colours (black, white and Sienna) produce on the canvas. The artist's work moves towards the unchangeableness of what is perfect, but has to confront with the uncertainty of all the things subject to the passing time.In Trieste the artists showcases – along with a large work on canvas – a paper cycle that sums up her poetics in small-size works, almost a simultaneous product of a long and tireless autobiographical effort. “The effects on a paper surface or canvas are different” – the artist explains - “but the importance of work and research is equal. Surely, the response of the material is divergent, but my message and in some way my longing stays, indeed, the same”. Manuela Sedmach is showcasing back in her city after her last solo exhibition at Galleria Torbandena, in December of 2007.Among her last solo exhibitions: Manuela Sedmach, organised by Isabella Reale, GAMUD – Civica Galleria d’Arte Moderna, Udine, ITALY; il Revoltella Contemporary Art Museum, Trieste; Destinazione Provvisoria (Temporary Destionation), Galleria Continua / Le Moulin, Boissy-le-Châtel, France; To come back home, Studio G7, Bologna, ITALY; 3G artecontemporanea, Udine, ITALY; The Smak Museum of Contemporary Art, Gent, Belgio; GAMUD, Udine; Galleria Continua, San Gimignan; Studio G7, Tornare a casa, (Coming Back Home) 2009; WHITE ECSILE (Esilio bianco), 3G artecontemporanea, Udine (I); Occhi bianchi (White eyes), Museo Revoltella, Trieste, Italy; Occhi bianchi, installazione subacquea(Whie Eyes, underwater installation), Canale di Ponterosso, Trieste, Italy.
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«HEIMLICH” è una di quelle parole della lingua tedesca racchiudono in sé anche il proprio contrario. Heimlich, segreto è l’intimo, ben protetto focolare, baluardo di sicurezza. Ma nello stesso tempo è anche ciò che è clandestino, assai prossimo, in questa accezione all’Unheimliche, l’inquietante, il perturbante…» Così Ernst Jünger, nel suo “trattato del Ribelle” parlando del bosco come di uno spazio intricato, segreto, pieno di “sentieri interrotti” ricostruisce i meccanismi del nostro “cuore” o come direbbe lui il nostro “petto”, dalla natura caotica, primordiale da non reprimere ma piuttosto da salvaguardare ed esplorare. Il lavoro di Manuela Sedmach (Trieste 1953) racconta questo “Heimlich”, il segreto della condizione umana e la sacralità del rapporto dell’uomo con la natura e quindi con se stesso e la propria libertà. “Cercare di slacciarsi dal pensiero imposto dalla società anche a scapito della propria tranquillità” - spiega l’artista- “è un percorso interiore. Vivere la propria vita - e non quella di altri- presuppone una presa di coscienza e una lotta interiore.”
Dal punto di vista formale, l’artista esprime tutta la complessità della propria ricerca attraverso l’uso della pittura, realizzando suggestive immagini monocrome, variate dai diversi effetti che i suoi tre colori di base, nero, bianco e terra di Siena, producono sulla tela. Il lavoro dell'artista si muove verso l’immutabilità di ciò che è perfetto ma deve confrontarsi con la precarietà di tutte le cose soggette al trascorrere del tempo. A Trieste l'artista propone -oltre a una grande opera su tela- un ciclo su carta, che riassume la poetica in opere di piccolo formato, quasi il prodotto parallelo di un lungo e infaticabile lavoro autobiografico. “Gli effetti tra una superficie di carta e una tela sono diversi” - spiega l’artista- “ma l’importanza dell’opera e della ricerca è equivalente, sicuramente la risposta del materiale è differente ma il mio messaggio e in qualche modo il mio desiderio rimane, appunto, uguale”
-- Manuela Sedmach ritorna ad esporre nella propria città dopo l’ultima personale alla Galleria Torbandena, nel dicembre 2007. Tra le ultime personali: Manuela Sedmach, curated by Isabella Reale, GAMUD – Civica Galleria d’Arte Moderna, Udine, ITALY; il Revoltella Contemporary Art Museum, Trieste; Destinazione Provvisoria, Galleria Continua / Le Moulin, Boissy-le-Châtel, France; To come back home, Studio G7, Bologna, ITALY; 3G artecontemporanea, Udine, ITALY; The Smak Museum of Contemporary Art, Gent, Belgio; GAMUD, Udine; Galleria Continua, San Gimignan; Studio G7, Tornare a casa, 2009; WHITE ECSILE (Esilio bianco), 3G artecontemporanea, Udine (I); Occhi bianchi, Museo Revoltella, Trieste, Italy Occhi bianchi, installazione subacquea, Canale di Ponterosso, Trieste, Italy.