Venerdì 17 aprile 2015, ore 17.30 CASA CAVAZZINI, Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Udine NITSCH A film by Rudi Dolezal Hannes Rossacher TALK WITH Nata Giulio Polita Federica Purgatori Casa Cavazzini | spazio5 | MLZartDep in collaborazione con: La Cappella Underground Archivio Carlo Montanaro EVENTO COLLATERALE ALLA MOSTRA A E I O U - Austriens in second 20Century Info: www.spazio5.net | www.mlzartdep.com Per info: 0432.414772 www.udinecultura.it Venerdì 17 aprile alle ore 17.30 Casa Cavazzini – Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Udine, la galleria Spazio5 e MlzArtDep presentano, in collaborazione con La Cappella Underground e l’Archivio Carlo Montanaro, la proiezione del documentario incentrato sull’azione performativa del 6- Tages -Spiel. che l’artista austriaco Hermann Nitsch realizzò nell’estate del 1988, con la regia di Alfred Gulden, presso il Castello di Prinzendorf nella regione del Weinviertel. L’evento si pone in relazione con la mostra A EI O U -Austriens in second 20Century, curata da Miroslava Hàjek presso Spazio5 e MLZArtDep a Trieste e costituirà l’occasione per riscoprire, dalla viva voce di chi fu presente in quell’occasione, la performance che nel 1978, Nitsch tenne presso il Teatro romano del capoluogo giuliano, ponendo questioni fino ad allora estranee all’arte contemporanea regionale. Il video documentario ricostruisce la storia del 6 Tages-Spiel e rappresenta una testimonianza fondamentale sul cosiddetto Teatro dei 6 Giorni. L’artista austriaco cominciò a pensare ad un’azione performativa della durata di sei giorni e sei notti nel 1957. In quegli anni egli si occupava di letteratura e fu in quell’ambito che concepì l´idea di un´opera d´arte che coinvolgesse tutti i cinque sensi dell’uomo, sotto l´influsso delle opere-d´arte-totali di Richard Wagner ed Alexander Scriabin. Le condizioni di vita dell’essere umano devono essere rappresentate nella loro polarità, tra la massima gioia e la massima estasi, tra l´ebbrezza del divenire e l’abisso che si schiude di fronte all’ignoto, la nausea, la pulsione bestiale dell’ira distruttiva. L´animale carnivoro uomo deve uccidere per sopravvivere, per soddisfare il proprio bisogno alimentare di carne, ed é colpevole di fronte alla creatura uccisa; deve prendere atto di questa circostanza. Per Nitsch questa rappresenta solo una delle prime tappe lungo la strada della presa di coscienza della realtà, un primo passo verso quella consapevolezza che é necessaria se si é contro gli allevamenti di massa degli animali, contro la morte di animali in condizioni di stress e solo per fini di lucro, se si é contro la premeditata manipolazione del mangime per animali che agisce sul loro naturale metabolismo. La rassegna AIEOU - Austriens in second 20 Century curata da Miroslava Hàjek, presenta a spazio5 e MLZArtDep a Trieste, oltre ad una sezione documentaria, una selezione di opere di alcuni dei nomi fondamentali dell’arte contemporanea austriaca degli ultimi decenni del secolo scorso: dagli azionisti fino al colorismo delle esperienze pittoriche di Jorrit Tornquist. Obiettivo del progetto espositivo è quello di testimoniare una parte del percorso dell’arte austriaca lungo gli ultimi decenni del XX secolo,attraversando quelle decadi meno conosciute degli anni Ottanta e Novanta, in cui il ritorno alla pittura si imponeva quale necessità urgente. Il riapparire dell’Austria alla ribalta artistica internazionale chiude, da una prospettiva simbolica il lungo capitolo delle ricerche di Hermann Nitsch, Arnulf Rainer, Günter Brus e Otto Mühl capaci di testimoniare, sia attraverso la fotografia che con la performance, la forza e la tensione delle loro esperienze corporali. Nel dare rilievo a questo percorso che parte proprio dal Wiener Aktionismus, Spazio5, in via Giulia 5, presenta importanti documenti, materiali originali dalle ‘Aktion’ che testimoniano quel filo rosso che accomunò, in un rapporto privilegiato, gli azionisti viennesi e Trieste, com’era stato anche per gli artisti della Secessione. Spazio5 espone, infatti, a dimostrazione di questo legame tra gli artisti, un’opera di Erika Stocker, che operava in stretta connessione con il movimento viennese e il cui lavoro può essere considerato un chiaro ‘trait d’union’ tra il movimento austriaco e la città di Trieste. Presso lo Spazio5 si possono confrontare alcune fotografie di Günter Brus, Rudolf Schwarzkogler, Arnulf Rainer con alcuni lavori storici su tela di Otto Mühl e di Hermann Nitsch (alcuni inediti), provenienti da collezioni private. Al MLZ Art Dep, in via Galatti n 14, sono presentati un grande olio con veste di Hermann Nitsch, una tela di Günter Brus, ispirata alle sue performance di body painting, una crocifissione di Arnulf Rainer assieme ad un lavoro di Sigfried Anzinger, rappresentativo di quel primitivismo pittorico di cui si fecero portavoce molti movimenti artistici europei del periodo.